Ha piedi sospesi sul passato
il cielo ormai straniero sulla testa
lontani ricordi sfuocati dal tempo
risuona il tocco delle campane
della sua terra dimenticata
nella opaca frenesia moderna
il profugo ha brandelli di vita
sospesi tra vuoto e passato
la sua terra è ormai straniera
come straniere le sue memorie
dei giorni assieme ai suoi avi
che l’inondavano d’affezione
donandogli loro antiche memorie
di stretti vicoli o del mare storie
il profugo torna a casa nei sogni
nelle notti agitate e oscurate
da tanti ricordi accartocciati
come vecchi giornali ingialliti.
Per il profugo da se stesso
la fuga non è mai finita…