Il castello sulla testa
severo guardiano di pietra
s’agghindava di soffuse luci
proiettate sulle severe mura
mute testimoni di battaglie
contro turchi e saraceni
suggeriva alla giovane mente
sofisticati eleganti balli a corte
tavolate imbandite d’ogni bene
cantori e musicanti raffinati
ricchezze ostentate a spregio
dei miserabili e sventurati
nati in un tugurio di paglia
e sterco compressa in mattoni
a mo’ di muro e protezione
dai tremendi geli dell’inverno
sulla testa cappelli d’intrecciata
paglia e rabbia d’una miseria
decisa da Giove o chi altro.
I castelli: fortezze disarmate.